martedì 4 marzo 2008

Il prezzo della vittoria


Premessa: ho avuto qualche mese fa la malsana idea di allenare una squadra di calcio di Pulcini, età 8-9 anni, e sabato è iniziato il girone di ritorno del campionato. Questi bimbi disputano partite di 3 tempi da 15 minuti e non esiste una classifica ufficiale. Insomma, si gioca più che altro per imparare: se si vince tanto meglio, se si perde amen e magari si prova a vincere la partita dopo...

Fatta la dovuta premessa passo all'episodio che mi porta a scrivere sul blog. Partita in casa contro il San Giorgio: loro si presentano con 10 bambini e ben tre allenatori, tutti adulti e con almeno il doppio dei miei anni (ma a giudicare dalla quantità di sigarette che hanno fumato in un' ora, con la metà dei miei bronchi...). Io ho solo 7 giocatori. Per farli giocare tutti lo stesso numero di minuti e non scontentare nessuno, e soprattutto i genitori, tengo il portiere fisso che disputa tutta la partita mentre gli altri 6 ruotano con un meccanismo molto semplice: ho formato tre coppie, ed ogni 5 minuti sostituisco una coppia di bimbi. Il risultato è che ogni coppia, e quindi ogni bambino, gioca 10 minuti per tempo. Limpido, democratico e, riconosciamolo, anche educativo...

Ebbene,inizia la partita e dopo 10 minuti, effettuando i dovuti cambi, vinco 2 a 0. A questo punto il capitano degli avversari, un biondino irritante preciso-identico a quello di "Settimo Cielo" (che quindi meriterebbe come minimo di essere preso a sberle), sale in cattedra e si rivela per quello che è: un Fenomeno. Entro fine primo tempo segna due goal, uno dei quali direttamente da calcio d'angolo, cosa che in 15 anni di calcio dilettantistico sinceramente non ho mai visto. Bene, alla fine della partita il risultato è 2-5 con sto cazzo di biondino che segna 5 goal e ben due su calcio d'angolo diretto e uno con un tiro che neanche Braccio di Ferro dopo gli spinaci...

Cmq il problema non è certo che ho perso la partita. Me ne frego. La cosa triste è che gli allenatori avversari non hanno mai sostituito questo bimbo. Anzi, due dei loro bimbi avranno giocato sì e no 10 minuti a testa. E allora dico: ma era proprio così importante vincere una partita inutile? E poi, non posso neanche dire che il San Giorgio abbia vinto la partita, è stato più che altro un uno contro tutti (vinto dall'uno). E allora che gusto c'è? Ma soprattutto, che esempio diamo ai bambini? Che se c'è uno bravo allora che giochi tutta la partita in modo che si vinca, e gli altri che facciano pure gli spettatori non paganti...

Si parla tanto di essere educatori anche in ambito sportivo. Non dico di fare i pedagogisti in campo, ma almeno avere il buon gusto di non rovinare 'sti bambini da subito: che imparino a essere stronzi almeno almeno in età puberale...

2 commenti:

Alex ha detto...

Secondo me a livello di pulcini hai ragione tu meglio fare girare in maniera giusta tutti i bambini, anzi ti dirò di più, mio cugino che in attacco da bambino era un fenomeno veniva in ogni partita fatto giocare in un ruolo diverso prorpio per non scontentare nessuno, però la relatà delle cose è che il migliore gioca sempre, in qualsiasi realtà (tranne in campo statale dove si impegnano a non mettere i migliori), non dovrebbe essere così, quanto meno per i bambini, dove credo che un insegnamento del tipo, ti impegni meriti di giocare anche se vali poco sia la cosa giusta, peccato non sia così, anzi molte volete l'impegno non viene riconosciuto e lì si che è grave per un bambino.
Cmq se il fenomeno assomigliava a quello di settimo cielo, non sono per la violenza, ma 2 sberle...

ieloielo ha detto...

Precisazione: come hai giustamente detto tu, questo discorso del far giocare tutti è limitato all'eta infantile. Per il resto sono un convinto meritocrate: chi è più bravo(in qualsiasi ambito della vita) e si impegna almeno un minimo è giusto che venga premiato proporzionalmente più degli altri, altrimenti arriviamo ad un appiattimento totale. Per quanto riguarda lo sport, se arrivati ai 10-12 anni, si capisce che per il calcio non si è portati, allora che si vada a fare un altro sport: l'Italia ha bisogno di giocatori di polo, cricket e badminton...